Sgombriamo il campo dagli equivoci, qui di pornografia non c'è nulla. Almeno non nel senso comune della parola.
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E' un rapporto tra generazioni lontane che non si incontrano mai. I due anziani non sono attratti dai due giovani ma dalla giovinezza. Quell'eros negato li contraria perchè impedisce loro di viverlo per interposta persona. Per riuscire nell'intento, coinvolgeranno i ragazzi in un delitto progettato insieme, ma da far eseguire a loro. Perchè per una persona di una certa età uccidere è qualcosa di troppo pesante da sopportare, mentre per un giovane incosciente può risultare facile come schiacciare un verme. Alla fine i morti saranno ben tre. E le coppie degli esecutori e dei mandanti, uniti da criminale complicità, formeranno un quartetto oscuro e inscindibile.
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Ho tagliato alcune parti, ne ho messe insieme altre, ma ho lasciato solo le parole dell'autore. Di mio non ho aggiunto una riga. Non ho cercato di farlo diventare una pièce. Insomma la stessa operazione che ho già fatto con il "Pasticciaccio " di Gadda e "Lolita" di Nabokov.
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Avevo letto "Pornografia" molti anni fa, le letture maturano a poco a poco nella memoria. E a un certo punto scappano fuori.
Dopo la mia prima regia di successo "I lunatici", avrei voluto dirigere una commedia. E avevo pensato a "Iwona, principessa di Borgogna". Per chiedere i diritti sono andato a trovare Gombrovicz, che allora si era stabilito in Provenza a Vence. Lo ricordo come un bel signore, molto gentile e ironico. Mi offrì le ciliegie del suo orto, disse sì alla mia proposta di portare in scena "Iwona". Ma il progetto purtroppo non andò in porto.