Locandina per la replica al Teatro Romano di Verona
Le parole di Luca Ronconi
Il mio primo Misura per misura nasceva – come è ovvio – da un’analisi e da una protervia considerevoli. Era tagliato con l’accetta, ma funzionava. In un’ottica di contrasti quasi senza sfumature il personaggio di Angelo era visto come diabolico, mentre il personaggio del duca era una figura carismatica, nascosta, una specie di Provvidenza. Uno spettacolo quasi medioevalistico, arcaico: la scena era formata da una pedana convessa, come un catino, dominata da una torre alta sei metri. Una specie di parabola molto austera, veramente figlia dei "Lunatici". Con quel tanto di schematismo che si ha quando si è giovani (e che si perde con il tempo), pensavo che quella chiave tra il grottesco e il crudele che avevo trovato per il testo di Middleton e Rowley potesse adattarsi perfettamente anche a Shakespeare.
«Luca Ronconi. Prove di autobiografia»
a cura di Giovanni Agosti (Feltrinelli, 2019), p.321