Chiesa di San Simone (Festival dei Due Mondi), Spoleto (Pg)
11luglio1989
Foto / Bozzetti / Video
Rassegna Stampa
dal Patalogo 13(Ubulibri, Milano, 1990)
per gentile concessione dell'Associazione Ubu per Franco Quadri
Ridurre Féerie non ha comportato che un problema di quantità: adottando fin dall 'inizio l'unità di tempo e di luogo che da un certo punto in poi il romanzo acquisisce e mantiene, si è cercato in quelle trenta pagine di far entrare il maggior numero possibile di 'frasi ' della sua prodigiosa 'peti- Due volte Franco Branciaroli: in alto è Sfaust. scritto e diretto da Giovanni Testori; qui sopra, Celine in Féerie curato da Luca Ronconi. te musìque '. Il problema vero è forse quello della rappresentabilità. Ci chiediamo: parlare quel parlato, dare carne e voce e gesti a quell 'io, fare alla lettera del lettore uno spettatore, non comporterà una demetaforizzazione del testo, una disattivazione della metafora stilistica céliniana? Se quel parlato 'fatto uscire dai gangheri ' e reinventato sulla pagina verrà ricondotto alla dimensione naturale della vocalità, cosa ne sarà dell'emozione? È dell'effetto della rifrazione? Siamo sicuri che Luca Ronconi saprà ri-raddrizzare il bastone e trasmetterci, chissà, l'emozione del linguaggio scritto attraverso il parlato.
Patrizia Valduga
Questo esperimento sul linguaggio, nelle sue frasi frastagliate e nelle mille sospensioni, è un'avventura irriverente nella lingua parlata, in quel linguaggio, dunque, che appartiene a chi ascolta o a chi legge. Ed è un effetto strano, che fa sentire lo spettatore, o il lettore, come violentemente insultato.
Intervista a Franco Branciaroli di Leonetta Bentivoglio