Santacristina. Laboratorio Quattro pezzi non facili

Scene da Sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello - Il Candelaio di Giordano Bruno - I dialoghi dei morti di Luciano e La Teiera di Hans Christian Andersen

Inizia la collaborazione tra il Centro Teatrale Santacristina e l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico, progetto triennale che conduce alla messa in scena nel 2012 di In cerca d'autore. Studio sui 6 personaggi.
Al Laboratorio partecipano gli allievi neodiplomati al corso di recitazione nell'a.a. 2009/2010 presso l'Accademia.
Luca Ronconi sceglie di lavorare su testi diversi quali Candelaio di Giordano Bruno, Dialoghi dei morti di Luciano, La teiera di Hans Christian Andersen e Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello, che sarà oggetto di studio anche gli anni successivi. 

Centro Teatrale Santacristina, 23 agosto - 12 settembre 2010

Foto / Bozzetti / Video

Le parole di Luca Ronconi


Perché Pirandello, Giordano Bruno, Luciano e Andersen?
Ho voluto prendere dei testi che fossero scritti in italiano. Sono testi che hanno un linguaggio concreto e nello stesso tempo richiedono molta attenzione, soprattutto quello di Giordano Bruno che è particolarmente complesso, alla lettura sembra molto difficile ma gli attori debbono trovare il modo di chiarirlo agli spettatori senza fargli perdere nulla della sua intensità. Bisogna sapere sempre tutto sulle cose che si fanno prima di decidere come farlo.
E con la novella di Andersen?
Dimostrare quante voci ci possono essere all’interno di un testo non scritto in forma teatrale.
Come è nata l’idea di questo laboratorio con l’Accademia?
Qui a Santa Cristina facciamo tutte le estati delle cose molto interessanti. Abbiamo preparato Un altro gabbiano fatto per Spoleto, Itaca di Botho Strauss andato in scena poi a Milano e Genova, Amore nello specchio con Mariangela Melato, Peccato che fosse puttana di John Ford per il Festival di Parma, Nel bosco degli spiriti per l’inaugurazione del teatro Cucinelli di Solomeo. E’ un’oasi di libertà creativa totale svincolata dai condizionamenti del mercato sempre così costrittivi.
Intervista di Anna Lia Sabelli
«Corriere dell'Umbria»
7 settembre 2010

Rassegna Stampa

Ora, voi credete che, con un programma così fitto, il regista abbia appena trascorso delle lunghe e rilassate vacanze? Non scherziamo. Fedele alla sua leggenda, dal 23 agosto al 12 settembre, si è rinchiuso nella sua casa nei pressi di Gubbio e ogni mattina alle 10 si è presentato nel vicino Centro Teatrale Santacristina, per fare lezione a un gruppo di 19 allievi appena diplomati all’Accademia di Arte Drammatica di Roma. Orario: 10-13, break per il pranzo comune, di nuovo lezione 14.30-18.30, dopodiché cena alle 19.30, ultime chiacchiere e buona notte. Roba da riempire d’orgoglio il defunto compagno Stakanov. Del resto, il Centro stesso è stato creato da lui e Roberta Carlotto nel 2002 come “luogo libero di ricerca per giovani attori e giovani registi” e ogni estate produce laboratori, corsi di approfondimento, spettacoli possibili. In altri termini, è una di quelle “scuole di eccellenza” di cui si sente parlare in astratto […], è stata creata in un vecchio edificio di campagna, tutto bianco e longitudinale, che Ronconi e Carlotto hanno risistemato facendone una specie di college: sala prove, un grande living (con poltrone, divani e tavoloni per mangiare insieme), le cucine, infine le stanze per gli allievi, i bagni, una piccola biblioteca di testi teatrali. Tutto arredato con semplicità spartana e affacciato su una valle verticale e assorta. Un luogo che, a rifletterci, fa pensare a un convento laico, più che a un campus. Qui a pochi chilometri da Gubbio, lungo la strada di campagna tutta cielo, cipressi e silenzio calcinato, appena oltre una località che si chiama un po’ predittivamente Casa del Diavolo, il senso del corso per giovani attori e registi credo sia soprattutto nel lavoro fitto e continuo, senza pause, perfino maniacale, ossessivo. Quasi che, non stabilendo distanze fra ore di lezione e vita vissuta, e anzi ogni cosa rimescolando come in un’infinita seduta di psicoanalisi, il vero fine del corso sia quello di restituire ai partecipanti – maestro e visitatori inclusi – qualche strumento non marginale di comprensione di sé e dei testi in esame.
Mario Fortunato
«L'Espresso»
settembre 2010