Con Ronconi rivive «La donna del lago»
C'è un taglio fiabesco, diventa irriconoscibile l'ambientazione storica che nasce dalla ballata di Walter Scott. […] I personaggi si muovono su una distesa collinosa, ai lati spuntano rocce ricoperte d'erba [...] si respira un'atmosfera, una malìa che abbraccia uno spettacolo di brume, di nebbie leggere. Tanto, i personaggi sono «evanescenti e convenzionali, la drammaturgia è inerte» dice il regista. Così si è lasciato andare al realismo onirico richiamandosi ai bardi scozzesi, alle leggende, al mondo ossianico. Ma è soprattutto un mondo dove il tempo è congelato, sospeso in un'atmosfera trasognata in cui il lago è una presenza ipnotica. Vedi questa cortina d' acqua che sale in verticale e si arrampica sulla parete, sembra una cartina geografica con i suoi contorni, un punto azzurro visto dal satellite. D'un tratto il lago si apre e si scorge il fondo, ed Elena è lì, tra le statue annegate di vecchi guerrieri.
Valerio Cappelli
«Corriere delle Sera»
13 agosto 2001
Un «Rossini da fiaba» con la firma di Ronconi
Ci voleva Ronconi per ripetere […] il miracolo di questo capolavoro rossiniano Ci voleva Ronconi per centrare l'atmosfera leggendaria di una vicenda ambientata in Scozia e per rendere Rossini più vicino al nostro modo di pensare, a certi procedimenti mentali che fanno parte integrante della nostra cultura, per trasformare di colpo, alla fine di tutto, un lago nebbioso immerso nelle brume nordiche in un castello stilizzato. […] Come scrisse Giacomo Leopardi al fratello dopo aver visto i due atti al Teatro Argentina in Roma (5 febbraio 1823), potremmo ripetere: «Potrei piangere ancor io, se il dono delle lacrime non mi fosse stato sospeso.
Piero Ferrari
«Giornale di Vicenza»
14 agosto 2001
Una travolgente «Donna del lago»
Bellissima la soluzione scenica di Luca Ronconi: il lago è una parete crespata, azzurro-grigia, che chiude al proscenio il grande spazio del Palasport, e, cantando come in sogno, Elena slitta diagonalmente, dall'alto in basso, in una culla di fronde. Il lago scozzese presta a tutta l'opera il suo colorito sfumato: la partitura echeggia di lontani suoni di corni, liquidi gorgoglìi di clarinetti sotto le voci, e sfuma sovente in una strumentazione che avvolge i personaggi come una bruma. Ma, ecco la novità, questo naturalismo, nell'idea di Ronconi e della scenografa Margherita Palli, ha un che di selvaggio; la parete del lago si spacca e, aprendosi, lascia apparire rocce cupe e desolate colline erbose, oppure statue gigantesche, e stalattiti viste dall'alto in basso, per mostrare gli intemi. La scelta è interessantissima, perché siamo abituati a identificare la natura della "Donna del lago" con un paesaggio morbido e rassicurante, ingenuo e carezzevole; ma, a ben guardare, non è cosi.
Paolo Gallarati
«La Stampa»
14 agosto 2001
Ronconi nel lago di Rossini svela l'orrore dell'umanità
L'astronave rossiniana viaggia che è una meraviglia. Quella pilotata da Ronconi si è magistralmente fermata a contemplare dall'alto un lago della Scozia, punto d'incontro di un'umanità dilaniata da guerre, pronta però a superare l'orrido e a riconquistare il tenero, umano paesaggio della pace e dell'amore. […] L'orrido della natura è anche, secondo Ronconi, l'orridò della lotta fraticida, che i ribelli nei dintorni di un lago conducono contro il re di Scozia. […] Luca Ronconi ha stupendamente movimentato il paesaggio nella gamma dell'orrido alla quiete della natura e dell'animo umano.
Erasmo Valente
«L'Unità»
14 agosto 2001
Quei guerrieri bellicosi innamorati del bel canto
Da questi boschi dove Giacomo V va a caccia di cervi (e di fanciulle) non escono più ninfee e pastori ma amanti e guerrieri. E non importa che poi per dirsi le cose aspettino il loro turno per ripeter le stesse note di chi ha parlato prima intrattenendosi sui do acuti. […] Luca Ronconi ama pochissimo questi scozzesi che con la complicità del costumista Carlo Diappi ne fa dei pitecantropi orribili, gonfi di polpaccioni e pettorali di gomma, stretti da stracci luridi […]. Anche Margherita Palli non esita a aprire il bel quadro montano facendo emergere una reggia tugurio, anche un po' franata.
Michelangelo Zurletti
«La Repubblica»
15 agosto 2001