Un'opera buffa al cento per cento?
Direi di no. C'e' parecchia serieta', c'e' dell'acido. Poi ci sono momenti comici. Benche' il librettista Jacopo Ferretti abbia tirato via tutto il fiabesco della celebre favola di Perrault a cui attinse, nella nostra memoria Cenerentola rimanda alla scarpetta di mezzanotte, alle bacchette magiche che trasformano le zucche in carrozze. Qui non e' così.
Rossini pero' racconta il sogno di un somaro.
Si', ma e' un sogno, e si puo' sognare qualunque cosa. Intendiamoci: l'ambientazione non e' proprio realistica e qualcosa di fiabesco c'e'. Per entrare nello spettacolo, c'e' un luogo devastato e in rovina: la casa di Don Magnifico (Bruno Praticò), il padre delle figlie da maritare, ed e' il mondo che va in sfacelo di chi s'e' mangiato tutti i soldi. Cenerentola è cenere e il cardine di tutto e' un camino. Sullo sfondo, dei grattacieli celesti che potrebbero essere di Napoli, se non altro perche' all'epoca era l'unica metropoli.
Napoli è la realtà odierna?
Non è un dramma storico, ricchi e poveri li trovi in ogni secolo. No, i grattacieli sono di gusto fantastico.
Non c'è mai stato, per Cenerentola, un punto fermo interpretativo: come mai?
Quella di Ponnelle era bella, sulla stessa cifra del suo Barbiere. Però è vero, il punto fermo è difficile per un'opera sfuggente. Ha tre facce: l'antecedente fiabesco, il libretto che vuole essere realistico e una musica astratta e formale che realistica non è. Allora, o prendi parte per una delle tre facce penalizzando le altre due, o le fai coesistere in una quarta che lunedi' vedremo cos'è.
Ma qualche pennellata si potrà anticipare, no?
Forse è l'acidità di cui dicevo prima. Si offre come opera buffa, ma in realtà per certi aspetti è sinistra. I toni crudi, l'accumulo di frustrazioni e miserie piccolo - borghesi tra i mobili da rigattiere nella casa di Don Magnifico, la sua cattiveria. Basti pensare a quando gli chiedono: avete altre figlie? No, la terza è morta. E invece Cenerentola è lì!
I personaggi.
Hanno tutti una doppia identità: Cenerentola si trasforma in dama e poi torna Cenerentola, Dandini (Alessandro Corbelli) si traveste da cameriere a principe e il principe Ramiro (Juan Diego Florez) in cameriere, Alidoro (Lorenzo Regazzo) da filosofo a spazzacamino. Gli unici "coerenti" sono i tre mascalzoni: Magnifico e le due figlie (Rosanna Savoia e Marina Comparato) che non sono streghe, ma due fatalone antipatiche che devono esser belle sennò il principe non le prende nemmeno in considerazione.
La scena.
Via gli schermi del mio passato rossiniano, tutto è giocato sulla trasformazione a vista, da luogo di cenere a palazzo sfarzoso.