Ernani

Musica:   Giuseppe Verdi

Ernani, il bandito :   Placido Domingo
Don Carlo, re di Spagna:   Renato Bruson
Don Ruy Gomez De Silva, grande di Spagna:   Nicolai Ghiaurov
Elvira, sua nipote e fidanzata:   Mirella Freni
Giovanna, di lei nutrice:   Jolanda Micheli
Don Riccardo, scudiero del re :   Gianfranco Manganotti
Jago, scudiero di Don Ruy:   Alfredo Giacomotti

Maestro direttore e concertatore:   Riccardo Muti
Maestro del coro:   Romano Gandolfi

Scene:   Ezio Frigerio
Costumi:   Franca Squarciapino


Allestimento:   Teatro alla Scala di Milano


Prima rappresentazione
Teatro alla Scala, Milano
07 dicembre 1982

Foto / Bozzetti / Video

Le parole di Luca Ronconi

Solo un sogno


[…] quest’opera non ha […] una grande tradizione rappresentativa alle spalle e quindi non autorizza un tipo di lavoro pro e contro questa tradizione. […] Il problema di base di un regista in questo caso è quello di mediare l’opera con la storia dei personaggi. […] Ho pensato […] a un allestimento che puntasse tutto sul dettaglio, sui particolari. Per il resto mi sono mantenuto fedele, naturalmente alla mia maniera, a una certa iconografia. […] Solo che ai miei occhi questo mondo si presenta sotto il segno della decrepitezza. È decrepito […] il castello di […] Silva, le ancelle che circondano Elvira hanno tutte i capelli bianchi e solo Elvira è giovane. È chiaro a questo punto che la mia scelta del dettaglio è polemica: perché così posso mettere in luce tutte le contraddizioni che le situazioni portano con sé. […] un’opera romantica nella quale il romanticismo […] deriverà […] da altri elementi come la scenografia, l’uso dello spazio. Sarà un’opera in cui il «fuoco», la visuale dello spettatore, verrà spostata. Il palcoscenico a sua volta sembrerà perfino sprofondare, i personaggi appariranno e spariranno, quasi galleggeranno… Lo spettatore si troverà di fronte a un’opera che va raccontata e che, allo stesso tempo, è difficile da raccontare perché è tutta canto. Vedrà un Ernani tutto sommato tradizionale anche se posto dentro una scenografia meno «nostalgica», quindi con tutto il distacco della contemporaneità. […] Il palcoscenico […] sarà diviso in due parti: a sinistra darà l’illusione di continuare l’ordine dei palchi della Scala; a destra, invece, entreranno in scena, di volta in volta, gli elementi scenografici […].
Maria Grazia Gregori
«L'Unità»
4 dicembre 1982

Una lettura abbastanza tradizionale. In quest’opera […] c’è poco spazio per l’invenzione scenica. Ho cercato di realizzare una regìa «contemporanea» non nei significati o nei valori, ma nei modi formali del teatro: dove si potevano aggiornare li ho aggiornati; dove, per motivi tecnici e musicali,non era possibile intervenire li ho lasciati.
«Stampa sera»
6 dicembre 1982

Ronconi: «Non farò harakiri»


[…] è “sconveniente” mettere il coro dentro una fossa. Rispondo: c’è un fatto di funzionalità teatrale. […] Mi dicono […]: la Freni in piedi sulla portantina è una cosa poco dignitosa […]. La ragione drammaturgica è molto semplice. Elvira non viene rapita, ma presa in pegno nella maniera più rispettosa e più sacra. Quando Silva viene a sapere di averla consegnata in mano a qualcuno che è innamorato di lei, perde la testa. Si trattava […] di enfatizzare la rivelazione che la presa in pegno nascondeva fini incresciosi.
Perché far cantare il coro, e non solo, in quella specie di vasca?
Un’idea scenografica […]. Una semplice ricerca di diversi piani scenici. Un normale pretesto scenografico, scenotecnico. […] In ogni caso sia chiaro che non ho nessuna intenzione di prendere in giro quello che si sta facendo.
Intervista di Alberto Sinigaglia
«La Stampa»
10 dicembre 1982

Rassegna Stampa


Il sano e un po’ stupido Ernani

La regìa di Ronconi, ma in fondo anche la direzione di Muti presuppongono una profonda sfiducia nelle virtù drammatiche dello sgangherato libretto […] lasciando che i cantanti «cantino» e basta, coi loro soliti gesti convenzionali favorevoli all’emissione vocale. […] Buttata tutta sullo spettacolo, nella rinuncia ad ogni verità drammatica, la regìa di Ronconi si compiace dei suoi soliti divertimenti: tabernacoli, statue equestri […]. Il fatto che le danze dell’ultimo atto si svolgono in abiti contemporanei è un vezzo […] vecchio e frusto […]. La trovata nuova dell’immaginoso regista […] è quella d’immergere i personaggi, ed anche il coro, in certe trincee scavate nel palcoscenico, quasi piscine probatiche, di dove emergono a mezzo busto. Quando sono donne si può pensare, con un certo ottimismo, d’assistere al film Bellezze al bagno.
Massimo Mila
«La Stampa»
9 dicembre 1982

Berlioz batte Verdi

Lo spettacolo offerto dalla regìa di Ronconi e dalle scene di Frigerio è stato la falla più vistosa: i due hanno ingombrato la scena di finti spettatori, di orrendi altari barocchi, di cavalli simbolici […]. Gran ruzzolone […] della celebre coppia di teatranti […]
Enzo Restagno
«Stampa Sera»
9 dicembre 1982

«Ernani» riaccende la battaglia

Oggetto dello spettacolo è il melodramma tra gli specchi di un teatro ideale e un profondo avallamento, al centro […]. Questo è l’impianto, continuamente variato dalle […] trasformazioni dell’ambiente. […] Nella mutevole cornice si muovono i personaggi […] con gesti scultorei e corali. Nel complesso gioco, l’Ernani romantico nasce e muore sotto i nostri occhi. La sovrabbondanza delle immagini, la sottolineatura provocatoria della natura melodrammatica corrispondono alla torrenziale ricchezza dell’invenzione verdiana. Ma, nello stesso tempo, ne scoprono i meccanismi e allontanano il dramma nel passato, avvertendoci che il romanticismo può ancora suggestionare […] ma non appartiene più al nostro mondo, se non appunto come memoria.
Rubens Tedeschi
«L'Unità»
9 dicembre 1982