Pubblicazione di "Prove di autobiografia" (Feltrinelli, 2019)

Luca Ronconi. Prove di autobiografia a cura di Giovanni Agosti (Milano, Feltrinelli) esce nel febbraio 2019. 

A differenza dei molti altri libri sull’artista, è Ronconi stesso a parlare di sé.

Quella che ascoltiamo sulla pagina è la voce del regista, che – raggiunti sessant’anni –ripercorre la propria esistenza, non inseguendo gli aneddoti o i capricci della memoria, ma cercando di arrivare alla scoperta del senso della vita e del teatro. Si vedono così scorrere l’infanzia, negli anni della guerra, in un collegio svizzero, la Roma  dell’apprendistato all’Accademia D’Arte Drammatica (che è anche quella della Dolce vita), il faticoso passaggio da attore a regista, il trionfo europeo dell’Orlando furioso, la direzione del Settore Teatro della Biennale di Venezia, tra Grotowski e Wilson, l’esperienza politica e culturale del Laboratorio di Prato, nella Toscana “rossa”, l’approdo alla direzione del Teatro Stabile di Torino, con il senso di responsabilità che questo comporta e la volontà di istituire una Scuola per attori.

Il volume è stato trascritto dalla critica teatrale e giornalista Maria Grazia Gregari sulla base delle lunghe conversazioni avute con il regista, e successivamente ripreso e curato dallo studioso e storico dell’arte Giovanni Agosti, corredato di un prezioso apparato critico e di una ricca iconografia. La necessità di questo libro nasce dall’esigenza di raccontare Ronconi, la sua umanità, la sua semplicità, per poter condividere con il pubblico almeno una piccola parte di quelle «molte scoperte emozionanti» nascoste nell’Archivio dell’artista, inventariato da Rossella Santolamazza per conto della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria delle Marche.

Il volume è accompagnato da un corredo fotografico presente sia nel testo, con un apparato composto da un centinaio di foto, ritrovate nell’Archivio, per buona parte inedite, sia al di fuori, con un inserto a colori.

A guidare il lettore nel viaggio fra testo e fotografie sono le note di Giovanni Agosti, che sciolgono le allusioni, identificano i personaggi, mettono a tema le linee di fuga e costituiscono un viatico per comprendere chi, più di ogni altro regista, è andato alla ricerca delle proprie ragioni espressive. Il manoscritto originale, raccolto da Maria Grazia Gregori, è stato ritrovato nell’archivio di Ronconi, ereditato da Roberta Carlotto, accessibile al pubblico e in libera consultazione, ed è oggi depositato presso l’Archivio di Stato di Perugia.


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