Il silenzio dei comunisti nasce da una sorta di epistolario pieno di passione tra Vittorio Foa, Miriam Mafai e Alfredo Reichlin, un epistolario che pone domande forti e imbarazzanti alla sinistra, sulla necessità della rivoluzione, chiamando in causa vecchi e nuovi comunisti. Da queste domande emergono delle risposte su quelle che possono essere delle prospettive future. Chiedersi se esiste ancora memoria di un passato - da un punto di vista storico e politico - è un tema molto interessante da trattare. Ma altrettanto interessante è tentare un confronto con quelle domande che comportano una riflessione sul futuro: perché sono, a tutti gli effetti, domande che ci poniamo. Fortunatamente Il silenzio del comunisti non è un testo apodittico, è semmai problematico. E come tale mi tocca...