Atti di guerra: una trilogia


Prima rappresentazione
Teatro Astra, Torino
03 febbraio 2006

* Dopo la prima rappresentazione, una grave indisposizione del protagonista Massimo Popolizio ha reso impossibile l'andata in scena dello spettacolo nelle altre date previste.

Foto / Bozzetti / Video

Le parole di Luca Ronconi


La genesi di questi testi è avvenuta a Palermo, durante un laboratorio di improvvisazioni, il cui spunto era la storia di un episodio di violenza avvenuto in un campo di concentramento nazista. È la storia di un ufficiale nazista che ogni sera fa uccidere un prigioniero, scelto a caso. Poi scopre che tra i reclusi vi sono due fratelli e ordina all'uno di uccidere l'altro... Questo è il nucleo di tutta l'opera: dovendo commettere un'azione atroce, per ordine e conto di un rappresentante del potere, cosa sacrifichi? Qualcosa che ami oppure qualcosa che ti è estraneo? Questo è il dilemma etico che permea di sé tutta la trilogia... Al centro della terza commedia, Grande pace, sta l'aspetto 'umano' di questa storia: la follia della protagonista, il suo tentativo di tornare alla ragione, la ricerca dei motivi per cui è accaduta un'azione orribile... Per questo è possibile paragonare Atti di guerra alla tragedia greca: l'interrogazione sulle ragioni della colpa e sui limiti della colpa è un tema tragico. La scrittura di Bond, fortunatamente, non ha nessun tipo di ampollosità o di solennità, ma è al contrario ridotta a limiti estremamente umani. E questo è, a mio parere, uno dei suoi pregi maggiori.
Andrea Porcheddu (dal programma di sala)

Rassegna Stampa

dal Patalogo 29 (Ubulibri, Milano, 2006) 

per gentile concessione dell'Associazione Ubu per Franco Quadri