Luca Ronconi: Si tratta di una favola e pertanto va raccontata come favola. Una storia ambientata in uno di quei Paesi esotici alla Rossini, una Nubia di fantasia, dove accadono vicende che sembrano uscite da Racine, amori, passioni, tradimenti, inganni, rifiuti amorosi e ricatti sentimentali trattati però con estrema leggerezza e disinvoltura. Un'opera molto raccontata, che non ha certo bisogno di tableaux vivants. Per cui, a dare le varie connotazioni, bastano minuscoli segnali scenografici che spuntano dal deserto: un muro ed è città, un muretto ad angolo ed è la prigione, qualche palma ed è l'oasi, alcuni pilastri ed è il giardino. Tutto appena accennato, nulla di monumentale. E per trovare un elemento unificante del racconto che prescindesse dall'ambientazione geografica così vaga, mi è venuta l'idea del miraggio, dei personaggi che appaiono e scompaiono, quasi fossero inghiottiti da sabbie mobili. […] Anche se non ho autori preferiti, Rossini è uno che ha sempre sollecitato la mia curiosità […] è un autore imprevedibile intricato e intrigante. In Ricciardo e Zoraide, per esempio, mi ha divertito molto il fatto che la maggior parte dei personaggi dica continuamente bugie, finga, dissimuli, si nasconda, si travesta. Il tutto, in uno schema molto rossiniano, cioè geometrico, a numeri chiusi, duetti, terzetti, quartetti anche piacevolmente elaborati. E' un'opera non giocosa, ma neanche tragica, in cui la struttura è quella della pièces à sauvetage, con la fanciulla alla fine liberata dal su amato bene, che si presenta sotto mentite spoglie. Quanato di più convenzionale esista nella letteratura drammatica.
Gae Aulaenti: Il mio è tutto un lavoro sottile di aggiustamento, cosa che non capita con un altro regista. Il fatto è che Luca adopera tutta la scena, cioè non la lascia lì come elemento decorativo, ma la usa veramente, per cui ogni giorno c'è qualcosa da rivedere, da cambiare, da rifare. Si aggiungano le sue intuizioni notturne: stanotte, per esempio, gli è venuto in mente di chiudere i centanti dentro una rete, come delfini. Il che, non era previsto.
Luca Ronconi: Sarebbe buffo sostituire il soprano con un baritono, quando è in mezzo alle damigelle. […]
Gae Aulaenti: E le lucciole? Come facciamo con le lucciole? […]
Luca Ronconi: Che ne so?...Mi viene in mente mia zia che durante la guerra si appuntava una gardenia fosforescente sulla pelliccia, di notte, per non farsi sparare. Potremmo farle così, le lucciole.