La Cenerentola

Musica:   Gioachino Rossini

Personaggi - Interpreti (in ordine alfabetico):
Alidoro - Lorenzo Regazzo
Cenerentola - Vesselina Kasarova
Sorellastra - Rosanna Savoia
Sorellastra - Marina Comparato
Don Magnifico - Bruno Praticò
Don Ramiro - Juan Diego Florez
Clorinda - Rosanna Savoia

Maestro direttore e concertatore:   Carlo Rizzi
Maestro del coro:   Lubomír Mátl

Scene:   Margherita Palli
Costumi:   Carlo Diappi




Prima rappresentazione
Palafestival, Pesaro
10 agosto 1998

Foto / Bozzetti / Video

Le parole di Luca Ronconi

Ronconi: Cenerentola un'antifiaba


Un'opera buffa al cento per cento?
Direi di no. C'e' parecchia serieta', c'e' dell'acido. Poi ci sono momenti comici. Benche' il librettista Jacopo Ferretti abbia tirato via tutto il fiabesco della celebre favola di Perrault a cui attinse, nella nostra memoria Cenerentola rimanda alla scarpetta di mezzanotte, alle bacchette magiche che trasformano le zucche in carrozze. Qui non e' così.
Rossini pero' racconta il sogno di un somaro.
Si', ma e' un sogno, e si puo' sognare qualunque cosa. Intendiamoci: l'ambientazione non e' proprio realistica e qualcosa di fiabesco c'e'. Per entrare nello spettacolo, c'e' un luogo devastato e in rovina: la casa di Don Magnifico (Bruno Praticò), il padre delle figlie da maritare, ed e' il mondo che va in sfacelo di chi s'e' mangiato tutti i soldi. Cenerentola è cenere e il cardine di tutto e' un camino. Sullo sfondo, dei grattacieli celesti che potrebbero essere di Napoli, se non altro perche' all'epoca era l'unica metropoli.
Napoli è la realtà odierna?
Non è un dramma storico, ricchi e poveri li trovi in ogni secolo. No, i grattacieli sono di gusto fantastico.
Non c'è mai stato, per Cenerentola, un punto fermo interpretativo: come mai?
Quella di Ponnelle era bella, sulla stessa cifra del suo Barbiere. Però è vero, il punto fermo è difficile per un'opera sfuggente. Ha tre facce: l'antecedente fiabesco, il libretto che vuole essere realistico e una musica astratta e formale che realistica non è. Allora, o prendi parte per una delle tre facce penalizzando le altre due, o le fai coesistere in una quarta che lunedi' vedremo cos'è.
Ma qualche pennellata si potrà anticipare, no?
Forse è l'acidità di cui dicevo prima. Si offre come opera buffa, ma in realtà per certi aspetti è sinistra. I toni crudi, l'accumulo di frustrazioni e miserie piccolo - borghesi tra i mobili da rigattiere nella casa di Don Magnifico, la sua cattiveria. Basti pensare a quando gli chiedono: avete altre figlie? No, la terza è morta. E invece Cenerentola è lì!
I personaggi.
Hanno tutti una doppia identità: Cenerentola si trasforma in dama e poi torna Cenerentola, Dandini (Alessandro Corbelli) si traveste da cameriere a principe e il principe Ramiro (Juan Diego Florez) in cameriere, Alidoro (Lorenzo Regazzo) da filosofo a spazzacamino. Gli unici "coerenti" sono i tre mascalzoni: Magnifico e le due figlie (Rosanna Savoia e Marina Comparato) che non sono streghe, ma due fatalone antipatiche che devono esser belle sennò il principe non le prende nemmeno in considerazione.
La scena.
Via gli schermi del mio passato rossiniano, tutto è giocato sulla trasformazione a vista, da luogo di cenere a palazzo sfarzoso.
Intervista di Valerio Cappelli
«Corriere della Sera»
7 agosto 1998

Rassegna Stampa

Cenerentola, trionfo tra cicogne e auto d'epoca

Cenerentola si aggira frenetica fra mobili da rigattiere in un dimesso abito grigio che nasconde il suo dolce segreto: Vesselina Kasarova, mezzosoprano bulgaro di 33 anni, fisico mozzafiato, e' incinta di sette mesi. Ma la sorpresa maggiore, ieri sera, al Rossini Opera Festival, era il colpo d'occhio: corde e carrucole mosse da tecnici con il casco giallo che entrano nello spettacolo, il Palafestival attraversato da cicogne (finte) e Bugatti (vere), la compenetrazione di fiaba e realta' perseguita da Luca Ronconi e' cosa fatta. […] Ronconi dalle quinte si diverte come un bambino sulla sabbia sposando i guizzi scenografici all'astratta vocalita' acrobatica.
Valerio Cappelli
«Corriere delle Sera»
11 agosto 1998

Il Rossini incantato di Ronconi

Essendo un'opera piena di cose delicate e sottili, appena screziata di malinconia, sembrava rischioso metterla in scena nei grandi spazi del Palafestival, ma Luca Ronconi ci è riuscito benissimo grazie alla scenografia di Margherita Palli e ai costumi di Carlo Diappi. Ha concepito l'interno del castello di Don Magnifico […] come una gigantesca collina di mobili antichi: un labirinto disordinato e grottesco in cui a far da passerella per i cantanti sono letti, poltrone, sedie, scrivanie, cassapanche, tavoli, tavolini, sofà, specchiere, bracioli e schienali su cui arrampicarsi, passeggiare, saltare, stando ben attenti a non mettere un piede in fallo. Poi, ad un certo punto, questa immagine spiritosa e concretissima del disordine che regna nella testa di Don Magnifico sparisce […] trasportandoci nel palazzo del principe. […] In questo gioco scenotecnico i gesti e i costumi sono eccezionalmente ironici e divertenti […]. Ma Ronconi, oltre al divertimento salva anche la tenerezza, facendo recitare Cenerentola con timida grazia, e introduce un tocco di magia: una grande cicogna bianca solleva la protagonista e la trasporta […] dal suo decaduto palazzo a quello del principe.
Paolo Gallarati
«La Stampa»
12 agosto 1998

Vola la «Canerentola» di Ronconi e incanta Pesaro

La famiglia di Cenerentola […], superstite di un mondo che va a rotoli e non si raccapezza nemmeno nel vivere quotidiano, appare “sistemata”, come in un enorme magazzino di mobili sopra i quali sono ridotti a vivere Don Magnifico e le due figlie. Cenerentola sta appartata nel suo camino: una costruzione enorme dalla quale sale e scende il mago Alidoro e sul cui vertice […] atterra un'enorme cicogna. […] Le favole si dissolvono in una fittizia realtà, la palpitante realtà musicale di Rossini viene sospinta in un gioco di incanti, prezioso nell'accogliere e custodire l'infinito incantesimo del suono rossiniano.
Erasmo Valente
«L'Unità»
12 agosto 1998

Cenerentola tra i camini

Partito dalla constatazione che l'opera non ha riferimenti temporali né locali precisi […] Ronconi ci presenta una casa, quella di Don Magnifico, già ricca e elegantemente arredata ma ormai ridotta a un cumulo di mobili sottratti alla rovina delle stanze: un enorme deposito di rigattiere inserito in un contesto urbano di inoffensivi grattacieli. Non c' è spazio vitale tra un mobile e l' altro, si cammina sui mobili, si vive su ciò che resta della ricchezza di un tempo […]. Naturalmente Cenerentola ha il suo camino di poveri mattoni, e c'è anche uno spazio per far arrivare l' imponente berlina del principe Ramiro (dalla quale escono, come nelle care comiche, i coristi in frotta). Il palcoscenico […] viene poi sollevato nella sua totalità per un cambio di scena che è un autentico colpo di teatro, e entriamo nella casa del Principe, la quale attende Cenerentola e dunque è composta esclusivamente di camini, in compenso marmorei questa volta, monumentali e bellissimi. […] Lo spettacolo concede il giusto spazio all' arguzia, attento tuttavia a non travalicare mai il confine dell' eleganza. Ronconi dispone di una compagnia di canto che è anche una perfetta compagnia di attori: il gioco scenico gli riesce leggero e garbato, avvincente come non mai. Anche i costumi, ironici senza essere caricaturali, vanno nella stessa direzione di garbo e leggerezza.
Michelangelo Zurletti
«La Repubblica»
12 agosto» 1998

Desdemona a morte e Cenerentola sul trono

La nuova Cenerentola schizzata dalla fantasia di Luca Ronconi […] strano il finale, così scabro […] poco appariscente e radioso […] in contrasto con tutto il resto, dalla casa di don Magnifico vista come rovinante mucchio di mobili, […] all'invenzione felicissima della cicogna che a mezz'aria trasporta la rossa Cenerentola alla reggia del principe.
Piero Mioli
«Sipario n. 594»
novembre 1998